Trekking

Per secoli l’uomo ha camminato. Per necessità di vita, per mancanza di altri mezzi, perché comunque era una necessità pressoché vitale. E le vie, i sentieri, le mulattiere erano la grande rete che univa, come un immensa ragnatela, il microcosmo delle genti di montagna.

La lentezza scandiva il ritmo del passo, la sequenza era la legge semplice e sicura del vivere quotidiano. Poi furono i motori, la velocità, le autostrade, le ferrovie, gli aeroporti. Fu il viaggiare, il produrre, l’andare prima degli altri, la simultaneità e la contemporaneità.

Poi è arrivato il trekking: camminare per divertirsi, ma anche per riscoprire, strumento per conoscere, per ritrovare un alfabeto che ci permetta di decifrare quei simboli senza i quali perdiamo il senso delle cose.

I sentieri sono strade che ri-portano soprattutto alle nostre radici, e percorrendoli impariamo a leggere il grande libro dell’ambiente che ci circonda, impariamo a rispettarlo, perché il ritmo dei passi è, guarda caso, lo stesso lento scorrere del tempo.

A partire, dal Centro escursionistico di Valle, è possibile ripercorrere la rete di sentieri sopravvissuta all’abbandono della vita rurale in Val Cavallina con un esperienza nuova, quella dei “sentieri della memoria”, aperta a tutti per viaggiare nel tempo e nella natura, riconnettendo anche luoghi di vita e di storia (i borghi con le cascine, i pascoli, le sorgenti, i roccoli e le altre vallate) che hanno visto e scandito i passi e le fatiche di tante generazioni, permettendo ai visitatori anche la sosta e la permanenza, oltre che il transito.

I sentieri proposti si configurano come altrettante occasioni di scambio fra livelli e modalità diverse di utilizzo e fruizione, potendo contare sull’interoperabilità e l’interscambiabilità degli stessi che possono essere percorsi con criteri flessibili, nei due sensi, ad anello, con più mezzi che possono cambiare anche lungo lo stesso percorso.